L’astrattismo onirico di Ignazio Schifano

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Da qualche giorno la Galleria Lombardi di Roma ospita le preziose tele di questo artista palermitano, restauratore e pittore, che determinato nella sua voglia di celebrare l’arte in ogni senso, ha contribuito a fondare uno spazio nel capoluogo siciliano, dove artisti isolani e non si incontrano, si nutrono delle emozioni dell’altro, espongono e lavorano insieme.

Schifano è non solo un sognatore che non si fa rubare i sogni, ma un talento emotivo che, come le persone rare, credono ancora nella capacità umana di essere generosa. Nelle sue opere coniuga la sicilianità espressa con i colori e i tagli delle giostre, delle mongolfiere, delle ruote, dei cappelli, con il suo vissuto londinese, da dove ha recuperato i toni scuri, che dichiarano la sensibilità dell’artista verso l’insoddisfazione che è del mondo, come l’ingiustizia dei sogni irrealizzati Schifano supera se stesso e il suo astrattismo inserendo talvolta nei suoi lavori, dagli oli alle tecniche miste, delle figure esili e degli omaggi alla natura, spesso contaminata ma non per questo meno suggestiva e poetica, quasi a ricordare ossessivamente le sue origini, le linee opache e dense della sua terra, offuscate dal brivido del colore, ora tenue ora forte e sprezzante che si imbrunisce per toccare sfumature cobalto, chiarificatrici di uno stato d’animo altalenante, ma carico di speranze per se stesso e il mondo che lo circonda.

Le sue ultime opere resteranno a Roma fino alla fine del mese in via Di Monte Giordano 40, in una personale curata dal visionario Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona il quale scrive che nella pittura di Schifano “si scorge l’incessante tentativo della descrizione delle emozioni contrastanti di un periodo storico che verte nel caos e nell’incertezza del domani, uno spaccato dell’odierno”.

@vanessaseffer

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