Fa specie pensare che l’unico ad aver avuto prontezza di riflessi quella tragica notte debba essere retrocesso, quando invece l’autore del naufragio, dell’inchino, l’incuria, del tragico incidente nel quale hanno perso la vita ben 32 persone, che ha pure prontamente abbandonato la nave, contrariamente a quanto insegna il codice d’onore di un comandante che anche nei cartoni animati, nei film, nelle favole, nei racconti dei nonni e nei sogni dei bambini non lascerebbe mai la sua nave come un prode guerriero, un vero lupo di mare, un eroe. Perchè così fa chi guida i suoi marinai, il suo equipaggio, scende per “ultimo”, mette in salvo i suoi passeggeri e fino all’ultimo dei suoi uomini, poi pensa a se stesso. Ma siamo qui, sulla terra e soprattutto in Italia! Dove ho persino sentito dire che se hanno messo dietro una scrivania il De Falco qualcosa pure lui avrà fatto… eh eh eh…!!!Ma cosa sto dicendo! Questo è il Paese più bello e più ignobilmente offeso dai suoi cittadini, dove si ospitano in cattedra persino questi personaggi qui e si ripongono in uno stanzino quegli altri, che in momenti drammatici cercano di fare qualche cosa, pur non sapendo bene cosa, perchè certo non ci sono regole su nessun manuale che dicono cosa fare se un deficiente fa l’inchino con una nave con i passeggeri davanti ad un’isola!
Così un professore della prestigiosa Università La Sapienza decide di invitarlo ad un suo corso la scorsa estate, il 5 luglio, per parlare di “gestione del panico” durante un seminario sul tema: “Dalla scena del crimine al profiling”. La presenza dello scostumato comandante ha costretto a delle scuse pubbliche e a prendere le doverose distanze dall’accaduto il Rettore della Sapienza e il Ministro.
Ho un incubo: che qualcun altro più scellerato del suddetto professore possa riproporci Schettino come un boccone non digerito alle prossime elezioni di marzo/aprile.