Ecco la lista degli indagati del Parlamento italiano

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Ecco l’elenco: 

  1. ABRIGNANI Ignazio (PDL) – indagato per dissipazione post-fallimentare
  2. ANDREOTTI Giulio (Sen. a vita) – condannato per associazione a delinquere (l’associazione mafiosa è stata inserita nel codice solo dopo l’epoca dei fatti contestati), prescritto
  3. BENVENUTO Romolo (PD) – Ex verde approdato alla Margherita. Nel 1999 è stato condannato in primo grado per atti di violenza contro la sua compagna. Vicenda poi estinta con un risarcimento.
  4. BERLUSCONI Silvio (PDL) – 2 amnistie (falsa testimonianza P2, falso in bilancio Macherio); 2 assoluzioni per depenalizzazione del reato (falso in bilancio All Iberian, Sme-Ariosto); 8 archiviazioni (6 per mafia e riciclaggio, 2 per concorso in strage); 6 prescrizioni; 3 processi in corso (frode fiscale Mediaset, corruzione in atti giudiziari Mills, frode fiscale e appropriazione indebita Mediatrade), tutti sospesi in attesa che la Consulta si pronunci sulla legge sul legittimo impedimento.
  5. BERRUTI Massimo Maria (PDL) – condannato per favoreggiamento
  6. BOSSI Umberto (Lega Nord) – condanne per finanziamento illecito, istigazione a delinquere, vilipendio della bandiera
  7. BRAGANTINI Matteo (Lega Nord) – condannato in appello per propaganda razziale
  8. BRANCHER Aldo (PDL) – condannato in primo grado e appello per falso in bilancio e finanziamento illecito al psi. Il primo reato prescritto, il secondo depenalizzato. Indagato per ricettazione
  9. BRIGANDI’ Matteo (Lega Nord) – condannato in primo grado per truffa aggravata alla regione Piemonte
  10. BRIGUGLIO Carmelo (PDL) – vari processi a carico (truffa, falso, abuso d’ufficio), alcuni prescritti, alcuni trasferiti ad altri tribunali ed in seguito assolto
  11. BUBBICO Filippo (PD) – indagato per truffa aggravata, associazione a delinquere, truffa e abuso d’ufficio
  12. CALDEROLI Roberto (Lega Nord) – indagato per ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale prescritto, indagato per associazione antinazionale reato poi dichiarato incostituzionale
  13. CAMBER Giulio (PDL) – condannato in via definitiva per millantato credito
  14. CANTONI Giampiero (PDL) – patteggia per corruzione e bancarotta fraudolenta
  15. CAPARINI Davide (Lega Nord) – resistenza a pubblico ufficiale prescritto
  16. CARRA Enzo (PD) – condannato per falsa testimonianza
  17. CASTAGNETTI Pierluigi (PD) – rinviato a giudizio per corruzione, prescritto
  18. CASTELLI Roberto (Lega Nord) – indagato per abuso d’ufficio patrimoniale, il Senato vota totale immunità
  19. CATONE Giampiero (PDL) – rinviato a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, false comunicazioni sociali, bancarotta fraudolenta pluriaggravata e estorsione
  20. CESA Lorenzo (UDC) – condannato in primo grado per corruzione aggravata, condanna annullata in appello per incompatibilità del GIP, indagato per truffa e associazione a delinquere
  21. CIARRAPICO Giuseppe (PDL) – condannato per truffa aggravata e continuata ai danni di INPS e INAIL, multa per violazione legge tutela “lavoro fanciulli e adolescenti”, condannato per falso in bilancio e truffa, condanna per diffamazione, condannato per bancarotta fraudolenta, condannato per finanziamento illecito, condannato per il crac “valadier”, condannato in appello per assegni a vuoto e in seguito reato depenalizzato, condanna in primo grado per abuso ed in seguito prescritto, condannato per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni, rinviato a giudizio per ricettazione, indagato per truffa ai danni di palazzo Chigi
  22. CICCHITTO Fabrizio (PDL) – Il suo nome compare nelle liste della loggia massonica P2: fascicolo 945, numero di tessera 2232, data di iniziazione 12 dicembre 1980. All’epoca della scoperta degli elenchi Cicchitto era deputato e membro della direzione del Psi. è uno dei pochi ad aver ammesso di aver sottoscritto la domanda di adesione.
  23. COMINCIOLI Romano (PDL) – rinviato a giudizio per false fatture e bilanci truccati, reati poi depenalizzati
  24. CRISAFULLI Vladimiro (PD) – Ex sindaco di Enna e uomo forte dei Ds siciliani, è sotto inchiesta insieme a Totò Cuffaro per violazione di segreto d’ufficio nell’inchiesta su Messina Ambiente. Ë stato indagato dalla procura di Caltanissetta per concorso esterno in associazione mafiosa. Indagine archiviata nel febbraio 2004
  25. CUFFARO Salvatore (UDC) – condannato per favoreggiamento
  26. CUSUMANO Stefano (Udeur) – Arrestato nel 1999 a Catania con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta. Oggi resta sotto processo, con la sola accusa di turbativa d’asta, per gli appalti del nuovo ospedale Garibaldi di Catania. È senatore della Repubblica.
  27. D’ALEMA Massimo (PD) – finanziamento illecito accertato, prescritto
  28. DE ANGELIS Marcello (PDL) – condannato per banda armata e associazione eversiva
  29. DE GREGORIO Sergio (PDL) – indagato per riciclaggio e favoreggiamento della camorra, corruzione, concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio
  30. D’ELIA Sergio (Rosa nel pugno) – Ex dirigente di Prima linea, è stato condannato a 30 anni di carcere, poi ridotti a 12, per l’uccisione del poliziotto Fausto Dionisi. Dissociato, ha fondato l’associazione Nessuno tocchi Caino. Eletto deputato, viene scelto come segretario di presidenza della Camera.
  31. DELFINO Teresio (UDC) – Sottosegretario del governo Berlusconi, ha ricevuto un avviso di garanzia nell’inchiesta sui fondi dell’Enoteca d’Italia. 
  32. DELL’UTRI Marcello (PDL) – condannato per false fatture e frode fiscale, condannato in appello per tentata estorsione mafiosa, condannato in secondo grado a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
  33. DEL PENNINO Antonio (PDL) – Nel luglio 1994 ha patteggiato una pena di 2 mesi e 20 giorni (convertita nella sanzione di 4 milioni) nel processo per le tangenti Enimont. A ottobre 1994 altro patteggiamento: di una pena di 1 anno, 8 mesi e 20 giorni per tangenti relative alla Metropolitana milanese. Il 25 gennaio 2000 la settima sezione penale del tribunale di Milano lo ha prosciolto nel processo per le tangenti Atm, per le forniture di autobus all azienda dei trasporti milanese
  34. DEL BONO Flavio (PD) – indagato per abuso di ufficio, peculato e truffa aggravata
  35. DE LUCA Francesco (PDL) – indagato per tentata corruzione in atti giudiziari
  36. DE PICCOLI Cesare (PD)– Nei primi anni Novanta fu accusato (e poi prescritto) di aver ricevuto dalla Fiat alcune centinaia di milioni su tre conti in Svizzera
  37. DRAGO Giuseppe (UDC) – condannato in appello per peculato e abuso d’ufficio
  38. FARINA Renato (PDL) – patteggia condanna per favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar
  39. FASANO Vincenzo (PDL) – condannato per concussione, indultato
  40. FIRRARELLO Giuseppe (PDL) – condannato in primo grado per turbativa d’asta, richiesto rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa
  41. FITTO Raffaele (PDL) – rinvio a giudizio per concorso in corruzione, falso e finanziamento illecito
  42. FRIGERIO Gianstefano (PDL) – Ex leader della Dc, diventato uno degli strateghi di Forza Italia. Ha confessato, per esempio, di aver ricevuto 150 milioni da Paolo Berlusconi, in cambio dei permessi alla Fininvest per gestire la discarica di Cerro Maggiore. Ha accumulato tre condanne definitive: 1 anno e 4 mesi per finanziamento illecito ai partiti, 1 anno e 7 mesi per finanziamenti illeciti e ricettazione, 3 anni e 9 mesi per corruzione e concussione. Doveva scontare in definitiva una pena di 6 anni e 5 mesi. Affidato poi ai servizi sociali, ha avuto il permesso dal giudice di sorveglianza di frequentare il Parlamento per qualche giorno al mese: come pratica di riabilitazione
  43. GALATI Giuseppe (PDL) – indagato per associazione a delinquere, truffa e associazione segreta
  44. GIUDICE Gaspare (PDL) – condannato in primo grado per bancarotta, prescritto
  45. GRILLO Luigi (PDL) – rinviato a giudizio per aggiotaggio, indagato e prescritto per truffa
  46. GOTTARDO Settimio (UDC) – ha patteggiato una pena di 17 mesi: era accusato di corruzione per una tangente sulla costruzione del nuovo palazzo di giustizia. La deputata Annamaria Leone ne chiese la sospensione “per gravi violazioni dei doveri morali”: Leone non Ë stata ricandidata alla Camera, Gottardo entrerý in Senato.
  47. LA LOGGIA Enrico (PDL) – Indagato al Tribunale dei ministri per finanziamenti dalla Parmalat di Calisto Tanzi (100 mila euro) in cambio di presunte “consulenze”.
  48. IAPICCA Maurizio (PDL) – rinviato a giudizio per false fatture, falso in bilancio e abuso d’ufficio, prescritto
  49. LA MALFA Giorgio (PDL) – condannato per finanziamento illecito
  50. LAGANA’ FORTUGNO Maria Grazia (PD) – indagata per truffa ai danni dello Stato
  51. LANDOLFI Mario (PDL) – indagato per corruzione e truffa “con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il clan mafioso La Torre”
  52. LEHNER Giancarlo (PDL) – condannato per diffamazione
  53. LETTA Gianni ( PDL) – Nel 1993 era stato indagato per corruzione dalla procura di Roma che ne aveva chiesto addirittura l’arresto. L’inchiesta era stata poi archiviata, ma con motivazioni non proprio esaltanti per Letta. Un altra inchiesta era stata scippata, negli anni Ottanta, alla procura di Milano dal porto delle nebbie romano: quella di Gherardo Colombo sui fondi neri dell’Iri, nella quale l’allora direttore del “Tempo” Gianni Letta aveva ammesso, nel dicembre 1984, di aver ricevuto 1 miliardo e mezzo di lire in nero dall’ente statale per ripianare i buchi del suo disastrato giornale. Un giornale che, scrissero Scalfari e Turani in “Razza padrona”, era “in vendita ogni giorno, e non solamente in edicola”.
  54. LOLLI Giovanni (PD) – rinviato a giudizio per favoreggiamento
  55. LUSETTI Renzo (PD) – condannato a risarcimento di 1 milione di lire per consulenze ingiustificate
  56. MALVANO Franco (Forza Italia) – Ex questore di Napoli, Ë sotto inchiesta per concorso esterno in associazione camorristica.
  57. MANNINO Calogero (UDC) – condannato in appello per concorso esterno in associazione mafioso e processo d’appello annullato e da rifare, rinviato a giudizio per associazione a delinquere, appropriazione indebita, frode in commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine, falso ideologico e truffa aggravata
  58. MARGIOTTA Salvatore (PD) – indagato per falso ideologico e abuso d’ufficio
  59. MARONI Roberto (Lega Nord) – condannato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, imputato per creazione di struttura paramilitare fuorilegge
  60. MARTINAT Ugo (PDL) – indagato per turbativa d’asta e abuso d’ufficio
  61. MASTELLA Clemente (Udeur) – Ex democristiano, si presentò insieme a Pierferdinando Casini alla prima udienza del processo per mafia ad Andreotti, a Palermo. Era presente (come testimone di nozze) anche al matrimonio di Francesco Campanella, il mafioso di Villabate che aiutò Provenzano a operarsi a Marsiglia. Ora è ministro della Giustizia: viste le pendenze di molti nel suo partito, un ministro omeopatico. Nel 2007 è stato indagato per abuso d’ufficio e violazione della legge sulle associazioni segrete
  62. MATTEOLI Altero (PDL) – imputato per favoreggiamento, processo bloccato dalla Camera
  63. MESSINA Alfredo (PDL) – indagato per favoreggiamento in bancarotta fraudolenta
  64. NANIA Domenico (PDL) – condannato per lesioni personali, condannato in primo grado per abusi edilizi e prescritto
  65. NARO Giuseppe (UDC) – condannato per abuso d’ufficio, condanna in primo grado per peculato prescritta
  66. NESSA Pasquale (PDL) – rinviato a giudizio per concussione
  67. ORLANDO Leoluca (IDV) – condannato per diffamazione
  68. PARAVIA Antonio (PDL) – arrestato per tangenti, prescritto
  69. PAPA Alfonso (PDL) – indagato per abuso d’ufficio patrimoniale, immunità
  70. PAPANIA Antonio (PD) – patteggia accusa per abuso d’ufficio
  71. PECORELLA Gaetano (PDL) – imputato per favoreggiamento nelle stragi di piazza fontana e piazza la loggia
  72. PILI Mauro (PDL) – Ex presidente della Regione Sardegna, Ë indagato a Cagliari per peculato.
  73. PITTELLI Giancarlo (PDL) – indagato per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e “appartenenza a loggia massonica segreta o struttura similare”
  74. PREVITI Cesare (PDL) – Avvocato personale di Silvio Berlusconi, ha ereditato l’incarico professionale dal padre, che aiutò il giovane Silvio a fondare la Fininvest. E’ stato condannato, in appello, a 5 anni per corruzione del giudice Squillante e a 7 anni per corruzione del giudice Metta nel caso Imi-Sir.
  75. RIGONI Andrea (PD) – condanna in primo grado per abuso edilizio prescritta
  76. ROMANI Paolo (PDL) – Viene indagato per bancarotta fraudolenta e false fatture. L’udienza preliminale termina però con un pieno proscioglimento: per Romani niente bancarotta. Il suo nome è anche nell’elenco dei politici che ricevono generosi finanziamenti dalla Banca popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani. In effetti Romani ha bisogno di soldi: sta pagando circa 400 mila euro come risarcimento al curatore fallimentare di Lombardia 7.
  77. ROMANO Francesco Saverio (UDC) – indagato per concorso esterno in associazione mafiosa
  78. RUSSO Paolo (PDL) – indagato per violazione della legge elettorale
  79. SCAJOLA Claudio (PDL) – arrestato per concussione aggravata nel 1983, è stato prosciolto poi in seguito.
  80. SCAPAGNINI Umberto (PDL) – condannato in primo grado per abuso d’ufficio e violazione della legge elettorale, indagato per abuso d’ufficio aggravato
  81. SCELLI Maurizio (PDL) – accusato di aver dirottato 17 milioni di euro destinati alla missione “antica babilonia”
  82. SCIASCIA Salvatore (PDL) – condannato per corruzione
  83. SIMEONI Giorgio (PDL) – indagato per associazione per delinquere e corruzione
  84. SPECIALE Roberto (PDL) – indagato per utilizzo privato di mezzi della GdF
  85. STERPA Egidio (PDL) – Deputato di Forza Italia. Dirigente del vecchio Partito liberale, Ë stato condannato a 6 mesi in via definitiva per la tangente Enimont.
  86. STORACE Francesco (PDL) – Ex presidente della Regione Lazio e poi ministro della Salute, ha dovuto dimettersi perchè coinvolto nello scandalo delle intercettazioni e dello spionaggio illecito ai danni di Piero Marrazzo, Alessandra Mussolini e Giovanna Melandri, suoi avversari alle elezioni regionali del 2005. Per questa vicenda, è indagato anche per associazione a delinquere.
  87. TOMASSINI Antonio (PDL) – condannato per falso
  88. TORTOLI Roberto (PDL) – indagato per concorso in estorsione
  89. VALENTINO Giuseppe (PDL) – indagato per favoreggiamento
  90. VISCO Vincenzo (PD) – Deputato della Repubblica, ex ministro Ds. Condannato definitivamente dalla Cassazione nel 2001 per abusivismo edilizio, per via di alcuni ampliamenti illeciti nella sua casa a Pantelleria: 10 giorni di arresto e 20 milioni di ammenda.
  91. VITO Alfredo (PDL) – Fu indagato, arrestato e processato per tangenti. Condanna definitiva e 2 anni patteggiati e oltre 4 miliardi di lire restituiti per 22 episodi di corruzione a Napoli. La Direzione distrettuale antimafia di Napoli chiese al Parlamento l’autorizzazione a procedere contro di lui anche per concorso esterno in associazione a delinquere di tipo mafioso, sospettando suoi rapporti con la Camorra (fu poi prosciolto). Patteggiò la condanna e restituì parte del malloppo. Quei quasi 5 miliardi sono stati impiegati per costruire un parco pubblico alla periferia di Napoli 
  92. VALENTINO, Giuseppe (PDL) – Sottosegretario alla Giustizia del governo Berlusconi, è indagato in Calabria in relazione “a condotte attinenti gli interessi della criminalitý organizzata nel settore dei finanziamenti pubblici, degli appalti, delle infiltrazioni nelle istituzioni e nella pubblica amministrazione”. Il suo nome Ë anche presente nelle indagini sulle scalate bancarie dell’estate 2005, indicato come uno dei politici che erano punto di riferimento per il banchiere Gianpiero Fiorani.
  93. VIZZINI Carlo (PDL) – condannato in primo grado per finanziamento illecito, prescritto
  94. ZINZI Domenico (UDC) – condannato in primo grado per omicidio colposo. In seguito la prima sezione della corte di appello di Napoli lo ha assolto perché il fatto non sussiste.

Si attendono suggerimenti in caso sia sfuggito qualcuno, grazie!

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Non c’è posto alla mensa per i poveri e ferisce 2 persone ‘per fame’

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E’ successo al pranzo parrocchiale in Santa Maria in Trastevere a Roma

Una mensa per poveri

Una mensa per poveri

ROMA – E’ arrivato tardi e viste le tante persone che affollavano l’abituale pranzo domenicale per i poveri, organizzato dal parroco della Basilica di San Maria in Trastevere a Roma, si è lamentato perché il cibo era poco e lui aveva tanta fame. Non solo: non gli piaceva l’angolino che gli avevano assegnato per mancanza di posto. A quel punto un volontario lo ha allontanato. Ma l’uomo, un marocchino di 34 anni, ha preso un coltello e ha ferito altri due avventori, un sardo di 41 anni e un romeno di 21 anni, che erano intervenuti per aiutare il volontario. L’italiano ha riportato varie ferite tra cui alla coscia e al braccio ma tutte lievi, mentre il romeno è stato colpito all’altezza del polmone ed è in prognosi riservata. Entrambi sono stati portati dal 118 in ospedale, il primo al Santo Spirito e il secondo al San Camillo. L’episodio è avvenuto intorno alle 14 e ad intervenire è stata la volante del commissariato Trastevere che transitava per la piazza antistante la chiesa e si è accorta dell’aggressione. Il marocchino, che avrebbe anche un disagio mentale, è stato arrestato per tentato omicidio plurimo. “Secondo quanto abbiamo ricostruito – spiega il portavoce della Comunità di Sant’Egidio Mario Marazziti – l’uomo aveva già mangiato e voleva risedersi e gli è stato detto di aspettare e tornare dopo”. Forse il marocchino non era abituato al sovraffollamento delle mense dei poveri che, anche a causa della crisi, a Roma devono ormai fare fronte ad una richiesta che si è più che raddoppiata. Il dato che emerge, sl di là della ricostruzione del fatto, infatti è che a Roma la povertà è aumentata in modo esponenziale con il passare delle settimane. Uno degli indicatori più veritieri che fotografa la dura realtà è il numero dei pasti che vengono forniti dalle mense per i poveri. Nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, teatro dell’accoltellamento di oggi, fino ad alcune settimane fa al pranzo domenicale organizzato dai parroco si presentavano circa 20-25 persone, “in pochissime settimane sono diventati – spiega Marazziti- tra i 100 ed 120. Si sono creati così tempi d’attesa e non c’é spazio per tutti. Gli immigrati rimangono sempre i più numerosi ma ci sono moltissimi italiani. C’é un disagio in crescita nella città e gli spazi di solidarietà impediscono che diventi disperazione ed esplodano i drammi individuali”. “Come comunità di Sant’Egidio nella nostra lunga storia, in circa 20 anni, – spiega il portavoce – abbiamo dato assistenza a circa 150mila persone e ci sono stati soltanto un paio di casi di violenza. C’é da registrare come a Roma appena si aprano spazi di solidarietà aumenti la richiesta nei nostri centri”. Un altro dato che conferma come la crisi dei mercati sia diventata una crisi reale che incide in modo pesante nella vita quotidiana delle persone.
ANSA, 30 aprile
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Crisi, portiere perde il posto e s’impicca

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Crisi, portiere perde posto e si impicca
30 aprile, 12:43. Dramma della crisi economica a Napoli.

Aveva ricevuto una lettera di licenziamento e, nei prossimi mesi, avrebbe dovuto lasciare la casa dove viveva: c’é, forse, tutto questo dietro il suicidio di un portiere, a Napoli.

L’uomo, 55 anni, si è ucciso, impiccandosi, nella sua abitazione di corso Garibaldi.

Ansa

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“CADUTI” PER IL LAVORO

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“CADUTI” PER IL LAVORO

 

In Italia nel 2010 sono 187 le persone che si sono tolte la vita per motivi finanziari ed economici. Dall’inizio del 2012, quindi in soli quattro mesi solo in Veneto sono 30 gli imprenditori che si sono suicidati, tutti intorno ai 40 anni. Non per debiti, ma per crediti che non riuscivano a riscuotere, quindi poi questi si sono trasformati in debiti verso gli operai che dovevano essere pagati e verso i fornitori. A fine marzo un operaio a Verona si è dato fuoco davanti al Municipio perché senza stipendio da quattro mesi. Pochi giorni prima un piccolo imprenditore edile a Bologna si è ucciso vicino la sede della Commissione tributaria. Ma anche al sud abbiamo numerosi esempi e non solo fra imprenditori, come nel caso della signora di Gela che si è gettata dal balcone dopo essersi vista decurtare 200 Euro dalla pensione; un altro pensionato a Bari ha fatto lo stesso dopo la richiesta dell’INPS di restituzione di 5mila Euro.  Imprenditori che s’impiccano nei loro capannoni, curandosi di farlo fuori gli orari di lavoro o nei giorni festivi, lasciando biglietti di richiesta di perdono, persino al fisco. Il nostro sistema economico e sociale strutturato sul debito è diventato obiettivamente insostenibile. Ma la colpa è anche un po’ nostra. Quanti elettrodomestici, automobili, televisori grandi come cinema, telefonini da 700/800 Euro, sono stati comprati a rate, oppure prendi oggi e paga fra sei mesi? Questo è solo uno degli esempi penosi in cui ci siamo fatti incastrare stupidamente, come Pinocchio e l’amico suo nel paese dei balocchi.  E’ vero. La politica sta facendo il suo gioco. Ma noi non abbiamo fatto nulla per fermare questa ondata malefica che ci sta travolgendo, da anni. Ci stava bene così, abbiamo preso fino a quando abbiamo potuto, ci siamo fatti raccomandare per ottenere il documento, per passare avanti in ospedale, per farci togliere la multa.
Così adesso ci troviamo in un vortice infinito di nefandezze da cui non sappiamo districarci.
Per anni si è vissuti al di sopra delle proprie possibilità, tutti quanti, soprattutto il mondo imprenditoriale che poteva accedere a crediti e a finanziamenti con tranquillità. Ciò che contava tanto era far crescere i consumi, soprattutto delle cose inutili e superflue. Oggi le banche non concedono più prestiti. Esagerando anche, perché non si fanno differenze fra coloro che potrebbero mettere su un’impresa o portare avanti un’azienda dignitosamente e chi invece non merita niente. Non è compito di una banca fare queste distinzioni. Così è aumentata la richiesta di denaro facile ad altri soggetti, dal 17% del 2007 al 35% del 2010. Secondo l’associazione dei Contribuenti italiani sono aumentate del 217% le famiglie che si sono super indebitate e nel 2011 i casi di usura sono arrivati al 148%.
Il momento è davvero troppo delicato. Troppi sacrifici imposti agli italiani, che reagiscono uccidendosi, dal governo che li ritiene dei “danni collaterali”.
Uno stillicidio di persone che si sta immolando per disperazione, segnale di resa e di solitudine assoluta, ma anche di rivendicazione estrema di dignità.
Il Paese al momento vive secondo la logica delle banche e delle assicurazioni, non secondo gli interessi reali dei cittadini, e la nostra è un’ignoranza colpevole che non va giustificata. Dovremmo scendere in piazza e pretendere il rispetto dei nostri diritti manifestando senza violenza ma con fermezza assoluta, per i nostri figli specialmente, a cui hanno rubato il futuro, per cui non c’è più niente da sognare.
L’usura che sempre di più travolge migliaia di cittadini, le banche che non intendono venire incontro, il processo produttivo completamente paralizzato, le aziende che chiudono licenziando centinaia di dipendenti, i giovani che non hanno lavoro e che non ne troveranno mai di questo passo se non sono il figlio o il nipote di “qualcuno”, la qualità della vita sempre più misera.
Perdere il lavoro significa perdere il proprio posto nel mondo. Ci si sente abbandonati da tutti. Ci si sente traditi da questa politica che non pensa ad altro che ai propri interessi, a quelli di pochissimi nel mondo, di pochi banchieri, mega imprenditori e massoni.
Ai piccoli imprenditori e ai professionisti onesti non mancano le commesse, ma la fiducia delle banche. Ci vuole poco per finire in mano agli strozzini, e da lì il precipizio.
Mentre si blatera di articolo 18, l’effetto della crisi è coscienza sempre più diffusa (viene da pensare alla Grecia dove il numero dei suicidi lì non si conta più).
Occorre riprendersi il futuro, difendere la dignità dell’essere umano, i diritti delle persone a soddisfare i bisogni primari, dell’essere individui, di crescere i nostri figli e di dare loro un futuro dignitoso, un’istruzione, una sana educazione al rispetto dei valori umani. Tutte cose che l’attuale governo sta mettendo da parte, sta sacrificando per altri scopi che ci obbligano a decidere nell’immediato di fare qualcosa e a non vederci spettatori passivi della nostra rovina.
A Bologna entrerà in funzione dal prossimo 24 aprile un Telefono Amico che ha un numero provvisorio: 051. 4172311 al quale risponderà una squadra composta da uno psicanalista, un avvocato e un commercialista. Una specie di pronto soccorso per coloro che nella disperazione a causa delle tasse o stritolati dalle scadenze pensano di farla finita. Un’idea di Confartigianato di Bologna per raccogliere il grido disperato dei piccoli imprenditori. Si sa che i prossimi mesi saranno addirittura quelli più difficili e il problema sarà destinato ad acuirsi.

 

Vanessa Seffer

da Palermomania.it del 21/4/2012

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QUANDO GLI UOMINI UCCIDONO LE DONNE

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QUANDO GLI UOMINI UCCIDONO LE DONNE

 

La maggior parte degli uomini non uccide le donne. Ma tante donne vengono uccise dagli uomini. Dall’inizio dell’anno sono 47. Una ogni tre giorni. Nel 2010 sono 127 le donne uccise da un uomo e dal 2005 ad oggi le vittime sono 440.
Femminicidio, non è un errore questa parola, una volta si parlava di uxoricidio, si ammazzava la moglie e si era quasi un eroe romantico, un poveretto da compatire perché aveva tanto amato, aveva ammazzato una parte di sé uccidendo la “sua” donna, quindi aveva compiuto il sacrificio più alto secondo letteratura; ma nel tempo l’amore cavalleresco e l’idea che le donne non si toccano nemmeno con un fiore si è rivoluzionata al punto da far vedere solo le donne forti, ribelli, indipendenti, indomabili e quindi si è acuito un forte senso di inferiorità in certi uomini, per cui  è esploso un fenomeno diverso, che si accompagna a personalità fragili, che hanno paura dell’abbandono, che se perdono la figura che amano, terrorizzati appunto di perderla, piuttosto preferiscono ucciderla. Uomini troppo dipendenti, che dicono di “amare” troppo. Alla larga care donne da chi usa oggi simili parole! Gli uomini che ammazzano le donne non sono dei delinquenti espressionisti, sono dei delinquenti e basta! Ometti piccoli, partner o ex, senza nè arte né parte che si mischiano in una moltitudine di altri senza segni particolari, apparentemente tranquilli a volte, pure perbene per la gente e i vicini di casa, ma che fra le mura domestiche pestano a sangue e massacrano d’insulti le loro compagne, fidanzate, mogli, amanti, figlie, le tormentano e le violentano, sciorinano un repertorio impressionante di fantasie malate, che rendono la vita di queste donne impossibile, misera, paurosa, una tragica realtà di minacce e di botte.
Ma gli uomini ammazzano anche per questioni economiche, perché non vogliono pagare gli alimenti, o non vogliono lasciare la loro casa coniugale, (chissà che non ci metta piede un altro al posto loro), oppure perché la propria moglie sarebbe d’intralcio alla nuova vita che vorrebbe avere con un’altra! Sembra un film.
Rischiamo invece di abituarci a questo fenomeno o allo stolking, si può fare di più, ma facciamolo allora! Spesso definiamo questi omicidi come passionali, ma non c’è niente di passionale in questi omicidi: sono drammi che non hanno altra spiegazione se non nella malattìa.
Secondo l’ultimo rapporto Eures-Ansa le regioni d’Italia dove sono più frequenti i femminicidi sono quelle del Nord. In Lombardia 26 casi dal 2010, in Toscana 15 casi, in Puglia 14, in Emilia Romagna 12. Questi delitti si sono consumati prevalentemente dentro le famiglie.
Fa venire i brividi che nel 2008 sia stato compiuto il 70,7% dei femminicidi e che in contesti familiari siano state uccise 104 donne a fronte di 67 uomini, 21 casi per le vittime della criminalità comune e nessun caso di omicidio connesso alla criminalità organizzata.
Le donne più colpite sono le anziane e quelle fra i 25/34 anni per ragioni passionali, prese di mira comunque per il fatto che si è donne, perché certi comportamenti con altri uomini questi “piccoli ometti” non sarebbero capaci averli. L’aumento delle violenze è anche un atteggiamento mentale nei confronti delle donne che nel pensiero di tanti, potendo oggi liberamente frequentare più uomini, viene vista come una “puttana”; lo stesso fanno gli uomini, ma questo termine non è pensabile per loro che vivono lo stesso atteggiamento come un naturale momento di conquista, “l’uomo è cacciatore” non un puttano, semmai un puttaniere!
Ma cosa si sta facendo per scongiurare il femminicidio che sta assumendo dimensioni incontrollabili? Vengono in mente i casi di Vanessa Russo, di Elisa Claps, Melania Rea, di Vanessa Scialfa di soli 20 anni proprio due giorni fa. Solo per citare i più noti fra centinaia di casi meno noti e non meno importanti, per cui si sono costruite trasmissioni televisive che consentono di parlare di cose come queste, prima mai dette, che aiutano la gente a capire e mettono in guardia. Ma c’è di più: associazioni attive, centri e sportelli antiviolenza nei comuni per sottolineare questi atteggiamenti intimidatori in cui si vive nelle proprie case, una Rete internazionale di donne per la solidarietà, ma soprattutto la presenza della polizia femminile, che è un piccolo esercito di persone fantastiche che non ha bisogno di essere istruito per affrontare il problema, capirne le dinamiche o avere la sensibilità, perché la competenza ce l’ha già.
Vanessa Seffer

da Palermomania.it del 29/4/2012

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