IL PREMIER TRA POPULISMO E INTELLETTUALISMO DIRIGISTA Monti come la luna: ha una faccia che tiene sempre nascosta

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Di Enzo Coniglio

Il momento che stiamo vivendo merita di essere vissuto intensamente e con un profondo senso di resposabilità perchè dalle decisioni che verranno prese in questi mesi, dipenderà il futuro nostro e dei nostri figli.

Viverlo da spettatori e non da protagonisti, significa rinunciare definitivamente al nostro potere politico conquistato  dai nostri padri con il sangue e condannare in ultima analisi al suicidio politico noi stessi, i nostri figli e la nostra comunità. Seguire quindi le discussioni sullo scacchiere e capire la tessitura della tela, diventa l’impegno primario di un serio analista. Ma non basta, bisogna poi passare alle proposte e all’impegno diretto per realizzarle.

In altre parole, l’impegno politico sul campo, unitamente all’impegno di tradurre nei fatti le proprie idee, diventa il mestiere più importante dei prossimi mesi. Siamo grati a Siciliainformazioni.com e a Italiainformazioni.com per gli stimoli offerti in questa direzione e per lo spazio qualificato di dibattito democratico offerto.

Chiarito quindi l’approccio, passiamo ora ad analizzare alcuni fatti del giorno. Quello più importante e che troviamo su tutti i media del mondo, è la decisione della Banca Centrale Europea (BCE) di intervenire contro la speculazione che condiziona il differenziale dello spread tra i bond italiani e i bund tedeschi. Non si tratta certo di una partita di calcio: Germania contro Italia ma di qualche cosa di molto grave: stiamo pagando in Italia -come governo e come imprese, dal 2 al 3% di interessi in più rispetto a quello che avremmo dovuto pagare se avessimo potuto considerare esclusivamente i fondamentali della nostra economia, come ben ricordato questa settimana dalla Banca d’Italia. Circostanza questa che impedisce al sistema Italia di destinare dai 40 ai 60 miliardi di Euro alle attività produttive invece di destinarle alla speculazione internazionale.

E questo, caro Mario Monti, dobbiamo dirlo in maniera chiara, così come dobbiamo dire con altrettanta chiarezza, che tale differenziale rende non competitiva una grande azienda italiana che ha lo stesso valore economico di una azienda tedesca, in quanto quella tedesca può ottenere un credito ad un interesse del 2-3% in meno sul libero mercato dei capitali. per non citare il fatto che, in queste condizioni, molti capitali del Sud Europa si trasferiscono al nord permettendo così a quei Paesi di ottenere molta liquidità a costo zero o addirittura a valore negativo mentre nel sud Europa manca la liquidità e, quando la si ottiene, si ècostretti a pagare interessi proibitivi.

Tutto questo distrugge oggettivamente l’idea di Europa!

Il Sud povero finanzia il Nord ricco!

Quel buon senso che Iddio ha dato in gran quantità a ciascuno dei suoi figli, denominati persone umane – secondo quanto ci ricorda Cartesio – vorrebbe che noi fossimo in grado di condannare e impedire tout court la speculazione e riportassimo i valori alla normalità. Purtroppo questa elementare operazione non viene effettuata ed è per questo che Mario Draghi è stato costretto ad utilizzare il suo potere di Presidente della Banca Centrale Europea e mettere in azione delle misure anti speculative che non risolvono il problema ma lo limitano.

Naturalmente i colleghi tedeschi della Bundesbank – il cui obiettivo istituzionale primario è quello di non perdere il vantaggio accumulato e che non hanno certo come “missione” la solidarietà europea – si sono coerentemente opposti alle misure anti spread proposti, ma non poteva essere diversamente all’interno di quella logica. Non condividiamo ma comprendiamo.

Mario Draghi, da parte sua, ha fatto benissimo a far adottare le misure anti spread all’interno delle finalità istituzionali della Banca Centrale Europea (BCE) che sono quelle di promuovere l’Euro e la stabilità monetaria europea. Si tratta di un potere non sufficientemente esteso se paragonato a quello della Federal Reserve o della Bank of England e che certamente va esteso nei prossimi mesi. E’ stata comunque una decisione coraggiosa e non scontata che ha ricevuto  giustamente il plauso dei maggiori capi di stato e di governo del mondo. Ha confermato di essere quell’autentico “superMario” di cui l’Unione europea ha bisogno.

Grazie e complimenti a Mario il Dragoncello.

In questo contesto, la preoccupazione espressa da Mario Monti di un sentimento anti tedesco che serpeggia in Italia, appare del tutto illogica e fuor di luogo: riportiamo lo spread al 2%; evitiamo gli effetti negativi sulle imprese italiane e sull’economia reale; chiediamo alla stampa tedesca di evitare di fomentare i sentimenti anti italiani con degli elementi del tutto pretestuosi e tutto ritornerà normale.

Monti sembra preoccuparsi dell’effetto invece di ricordare e di proporre soluzioni alle cause, ben note e circostanziate. Non si tratta affatto di populismo ma di pura e semplice constatazione di fatti!

Ma c’è di più e di più preoccupante che cerchiamo di esporre con altrettanza semplicità e chiarezza. Gli interventi anti spread proposti da Mario Draghi – che consistono sostanzialmente nell’acquisto potenzialmente illimitato di titoli a breve (massimo tre anni), non vengono effettuati in maniera automatica ma devono essere richiesti dai singoli Stati che ne hanno bisogno e che sono disposti a sottoscrivere un accordo con il qualesi impegnano ad adottare “rigorose misure” di politica finanziaria.

Questa condizione ci appare “normale” se vuole essere un deterrente per quegli Stati che non intendessero mettersi sulla strada del risanamento e continuare a dilapidare le risorse. Ci appare invece anormale, perniciosa e inaccettabile, qualora tale ricetta riproponesse quella fallimentare e criminale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) denominata “ricetta del rigore” che assicura a chi la adotta un totale fallimento e un suicidio collettivo, come dimostra il caso Grecia il cui PIL si è ridotto di oltre il 6% e adesso la popolazione di quel Paese non ha neppure i fondi per pagare le spese sanitarie e i farmaci di prima necessità. Ma chi sono questi sapientoni del disastro? Tale politica va contrastata perchè favorisce ulteriormente la speculazione che dice di combattere, come sa benissimo la Signora Presidente Lagarde, responsabile in prima fila. Si tratta della ricetta “lacrime e sangue” adottata nella prima fase del governo Monti.

Ed è per questi timori che il governo spagnolo non vorrebbe chiedere l’intervento della BCE ed ha assolutamente ragione. Adesso bisogna continuare ad adottare tutta una lunga serie di interventi contro la speculazione finanziaria internazionale responsabile del disastro prodotto alla nostra società. Soprattutto dobbiamo ridimensionare drasticamente il ruolo della finanza in rapporto alla economia reale e soprattutto in rapporto alla persona umana che deve assolutamente riassumere il ruolo di fine e non certo di strumento.

Basti pensare alle criminali azioni compiute per anni dalle società di rating, dalle banche internazionali che riciclavano denaro delle centrali terroristiche e della droga mondiale, dalle grandi banche che regolavano il Libor e l’Euribor; ai titoli tossici; a l’uso improprio dei derivati, agli effetti negativi e devastanti degli Otc, ai puri giochi speculativi delle borse, allo scandalo inverosimile dei paradisi fiscali… e potremmo continuare.

Si tratta di distorsioni oggettive, gravissime, fuori di ogni controllo che hanno preso il posto di una sovranità nazionale perduta e di una sovranità europea non ancora realizzata.

Mario Monti è assolutamente bravo a far fare i compiti a casa da buon professore ma è come la luna: ha una faccia che tiene sempre nascosta. E questa faccia è la finanza internazionale capace di annullare e di fagocitare i sacrifici di milioni di persone.

Avremmo gradito che fosse Mario Monti e non soltanto la Merkel ad accusare i mercati di agire contro le nostre popolazioni. Che si organizzassero degli incontri durante i quali si affrontassero con grande coraggio e determinazione tali distorsioni oggettive e se ne indicassero le soluzioni.

E invece, senti, senti, l’ultima proposta di Mario Monti: organizzare un seminario sul pericolo rappresentato dai populismi e dai sentimenti anti tedeschi.

E no! Qui non ci siamo affatto. I populismi sono certamente un pericolo: lo sono sempre stati nella storia. al pari del pericolo anche maggiore rappresentato da un intellettualismo dirigista di chi si pone come “salvatore della patria” mentre nasconde le cause vere e profonde del disastro: una mezza luna, per intenderci.

Purtroppo le persone amano i dirigisti che possono controllare le masse e temono il populismo che scatena le masse. La soluzione, come sempre è nel mezzo che è rappresentato appunto dalla partecipazione attiva e responsabile di tutte le componenti culturali, sociali, economiche, finanziarie e religiose nel processo di gestione della ”res publica”. Il popolismo nasce dalle distorsioni degli opinion leaders e dei decision makers. Il popolo intuisce che qualcosa non va perchè vive tale disagio sulla sua pelle; ne ignora talvolta le cause profonde e i meccanismi che producono il disagio ma la loro reazione è comprensibile. Spetta al coro delle voci qualificate nei vari settori, analizzare, chiarire, proporre e attuare.  E’ questa una possibilità democratica e partecipata e competente.

Una seconda è affidarsi ad un “uomo della Provvidenza”. Ma questa soluzione storicamente è stata un fallimento al pari dei populismi. Se lo ricordino coloro che propongono i seminari contro il populismo e un Monti bis o un “superMarioMonti”.

Da SiciliaInformazioni del 9/9/2012

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Ora dove va la Sicilia. Valeva la pena aprire una crisi di governo?

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ROVESCIO DELLA MEDAGLIA

 


di Enzo Coniglio

 

Il modo migliore per vivere infelice e in mezzo ai conflitti fino ad ottobre in Sicilia, è quello di impegnarsi ad analizzare la situazione politica attenendosi ai fatti certi e accertati e pubblicare i risultati in un quotidiano on line come Siciliainformazioni.com, dove i lettori possono interagire nel rispetto dell’etica professionale e dei valori morali inalienabili.

Ho qui di fronte montagne di ritagli stampa e interventi mediatici divisi per istituzioni e per argomenti. E’ come giocare a dama: i bianchi sono le istituzioni e i neri sono gli argomenti. E’ un bellissimo gioco che invito tutti voi a replicare.

Tra le istituzioni – candidati, la parte del leone la fa naturalmente Rosario Crocetta: candidato della prima ora, eurodeputato e magistrato, dinamico, onnipresente, con poco contraddittorio in rapporto al volume degli interventi, con un quotidiano importante, come “la Sicilia” che gli concede lo spazio per farsi conoscere e apprezzare. Occupa l’area di centro – centro-sinistra con l’alleanza dichiarata con il PD e l’UDC.

Il programma di governo di Rosario Crocetta? Nulla di nuovo e di originale, con due lacune importanti: l’assenza di un strategia di internazionalizzazione della Sicilia in ambito mediterraneo ed euromediterraneo che invece dovrebbe costituire il vero volano dello sviluppo nei prossimi quattro anni. La seconda lacuna è rappresentata da una inadeguata analisi della crisi finanziaria internazionale in cui risiede il nocciolo duro per la soluzione della crisi siciliana, oltre che italiana, europea e internazionale.

Esiste inoltre un’area grigia non meno perniciosa che riguarda l’area dell’autonomia intesa come ambito all’interno del quale elaborare un “piano-programma-progetti” che coniughi in maniera stringente e altamente professionale, l’individuazione degli Obiettivi da raggiungere in Sicilia; il reperimento delle Risorse finanziarie, economiche e umane e una “griglia” di impieghi coerenti e adeguati agli Obiettivi e alle Risorse. E’ assolutamente comprensibile che Rosario Crocetta consideri l’UDC fondamentale nella sua strategia presidenziale, ma non è detto che tale alleanza sia sicuramente positiva per lo sviluppo dell’Isola se non viene prima definito un preciso programma di sviluppo regionale.

Invece siamo tutti d’accordo quando Rosario Crocetta afferma all’indomani di Ferragosto: “Mentre La Sicilia affonda, tutti litigano. Di fronte alla grave crisi sociale, economica e morale che soffoca la Sicilia, bisognerebbe far prevalere il senso di responsabilità. Invece, mai come adesso la politica siciliana e’ stata divisa. Ciascuno pensa al 5% dello sbarramento e nessuno riflette sul fatto che dobbiamo risanare i conti, senza macelleria sociale, che dobbiamo sburocratizzare”. E in effetti, il precedente governo stava riuscendo in parte a sanare i conti, a sburocratizzare e ce l’avrebbe fatto se non fosse stato sottoposto al più pesante vilipendio senza giusta causa.

La causa della decadenza siciliana non è certo il governo Lombardo! E’ una autentica macelleria politica farlo apparire come tale, caro Crocetta. Nè tantomeno il nuovo Rinascimento da Lei evocato può essere realizzato da Lei o da qualche persona singola. Occorre un impegno corale di autentici professionisti che sottolinei ciò che ci unisce, che smorzi i toni e che ponga come punto essenziale strategico di partenza l’impegno a realizzare un serio e approfondito Umanesimo nella consapevolezza che non è pensabile alcuna forma di Rinascimento senza aver prima realizzato un Umanesimo di base.

Naturalmente le mie non sono critiche alla persona e al programma in sé; sono delle annotazioni che scaturiscono dai documenti. Certamente Roario Crocetta saprà chiarire e arricchire i suoi programmi nelle prossime settimane e lo stesso farà l’UDC.

Rebus sic stantibus, bisogna concludere provvisoriamente che il Progetto Crocetta non appare molto diverso da quello dell’MPA (partito dei Siciliani) il quale ha tra l’altro dei vantaggi complementari di non poco conto. Innanzitutto una risorsa umana come l’Assessore Massimo Russo, della stessa formazione professionale di Crocetta, determinato anche lui a lottare le illegalità e le ingiustizie e con dei concreti risultati invidiabili di gestione regionale ben apprezzati a livello nazionale ed europeo nel settore della sanità e non solo. I due personaggi sono altrettanto validi e alternativi. Se Russo fosse anche lui un candidato indipendente non sarebbe meno capace di Crocetta nell’assicurare i risultati attesi.

L’MPA ha un’altra risorsa umana non meno importante rappresentata dall’Assessore Gaetano Armao, molto noto e apprezzato all’interno della conferenza Stato-Regioni; protagonista di importanti interventi giuridici e politici in difesa della autonomia siciliana e determinato a rivedere il patto di stabilità e a garantire un bilancio siciliano e un piano di sviluppo realista ed efficace. Piano la cui attuazione dipende in grandissima parte dell’appoggio che i nostri corregionali sapranno dare in fase elettorale. Il contributo dato dall’Ass. Armao al miglioramento delle condizioni dell’Isola non è inferiore a quello dato da altri Assessori.

Il PD siciliano ha preferito in questa ultima fase, l’alleanza con Rosario Crocetta abbandonando in parte l’MPA. Si può capire con il sopravvento assunto dalla politica gridata sui problemi reali. In realtà il progetto PD potrebbe essere realizzato sia con Crocetta che con l’MPA.

Una parola sul PDL e Miccichè: Mi appaiono come degli alieni approdati in terra di Sicilia. Attendono il beneplacito del Capo e non sono generati dalla costola della Madre Padre Sicilia. E’ il retaggio di quel 61 a zero che si è rivelato per l’Isola un autentico disastro.

Naturalmente si potrebbe continuare con altre annotazioni che comunque appiono marginali allo stato attuale nel nostro panorama siciliano.

In conclusione, esaminando i dati drammatici dell’economia e della occupazione e le alternative emerse fino ad ora, sembra emergere molto poco di nuovo a tal punto da chiederci se valesse proprio la pena realizzare delle elezioni anticipate.

Con l’augurio che alle ciancie si sotituisca un alto senso etico e di responsabilità e che alle opposizioni personali gravemente dannose si sostituisca l’elaborazione di progetti operativi di prima grandezza.

 

Enzo Coniglio

Da SiciliaInformazioni.com del 19/8/2012

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Banche dello scandalo Libor: “Banditi in doppiopetto gessato”

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Di Enzo Coniglio

 Non volevo credere ai miei occhi, ieri mattina alle sette, quando sfogliando il Sole 24 ore, mi sono imbattuto in un editoriale di prima pagina sul Liborgate, dal titolo: “Basta segreti sul mercato dei tassi”, firmato da Marco Onado, docente alla Bocconi, ordinario di Economia degli intermediari finanziari.

Mi sarei aspettato una disamina compassata su un tema di grande attualità come si conviene ad un docente bocconiano secondo lo stereotipo più accreditato. E invece cosa mi tocca di leggere in apertura di articolo? “Coloro che hanno piegato a proprio vantaggio il processo di formazione di un tasso [Libor] che riguarda oltre 500 mila miliardi di derivati, meritano ampiamente la qualifica di “banditi in doppiopetto gessato” o più semplicemente di “banksters” usata dal Commissario europeo Viviane Reding, ma anche da giornali che non possono essere considerati inclini al giustizialismo populista, come l’Economist”.

Come dire, che il Sole 24 ore si associa responsabilmente ai maggiori media internazionali per denunciare e mettere al bando quella finanza internazionale che opera impunemente ormai da troppi anni al di fuori delle pìù elementari regole dell’etica e della convivenza civile, adottando le regole della giungla e, pertanto, da autentici gangsters del settore bancario (da cui banksters), non solo in ambito Libor, come abbiamo costantemente denunciato anche in questo organo di stampa.

Esagerato? Nulla affatto se pensiamo sia ai sacrifici disumani che tale comportamento ha imposto a centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, primi tra tutti, ai cugini Greci, sia ai guadagni stratosferici a vantaggio di gruppi speculativi. Basti pensare, ricorda Marco Onado che : “La spinta a truccare il meccanismo [del Libor e Euribor] era fortissima… Bastava modificare il livello del tasso di un basis point (un misero centesimo di punto percentuale) per ottenere un profitto di 2 milioni di sterline….Le pratiche manipolative risultavano tanto diffuse da far parte della cultura comune delle trading room… e sembrano basate sulla certezza di impunità non solo ai controlli interni ma anche a quelli delle autorità di vigilanza”.

Come dire, un sistema strutturalmente marcio in cui non è più sufficiente eliminare la classica singola pera maarcia per andare avanti: occorre cambiare le regole del sistema perchè marcio alla radice e opaco nella gestione.

Ma non è questo il solo settore critico che richiede interventi strutturali. L’altro settore non meno critico è quello delle agenzie di rating che hanno manipolato pesantemente la concessione dei rating e che presentano al loro interno dei conflitti di interesse non più accettabili. Ma la cosa più grave, è la loro capacità di distorcere le regole del mercato bancario, penalizzando chi offre credito alle imprese e alle famiglie e premiando le banche che effettuano interventi di tipo speculativo, come rilevato da Samuele Sorato, direttore generale della Banca Pololare di Vicenza in occasione del recente downgrading di alcun banche italiane da parte di S&P (Standard & Poor’s): “Faremo ricorso contro S&P, vogliamo capire con quali modalità agisce l’agenzia. Faccio notare che il taglio è arrivato via telefono . Nessun incontro, nessuna possibilità da parte nostra di spiegare cosa stiamo facendo per tamponare l’aumento dei prestiti in sofferenza. Ma ci si dimentica che nel nostro caso abbiamo aumentato gli impieghi dal 2008 a oggi di tre volte rispetto alla media del settore. Il paradosso è proprio questo: veniamo penalizzati perchè abbiamo dato credito all’economia del territorio. E in genere le banche commerciali vengono sfavorite rispetto alle grandi banche d’affari che fanno profitti con la finanza speculativa”.

Come dire, che è la speculazione a fare la parte da padrona e a snaturare le stessa funzione delle banche, con l’aiuto non rascurabile delle stesse agenzie di rating che mantengono il loro potere malgrado le gravissime criticità riscontrate e i processi in corso.

Ma l’economia non può essere innessun caso fondata sulla finanza speculativa!

Per non parlare del differenziale Bund – Btp di alcuni punti (200 -300) al di sopra di quanto suggerito dai fondamentali economici dei due Paesi con la conseguenza di peggiorare il nostro debito pubblico e ridurre notevolmente la competitività delle imprese italiane che rischiano di essere messe fuori mercato a tutto vantaggio di quelle tedesche che attirano così enormi capitali esterni a costi addirittura negativi,se si considera l’inflazione.

E potremmo continuare. L’intervento di Marco Onado ha dato la stura alla critica severa e non rinviabile del sistema finanziario che va profondamente rivisto unitamente al sistema che sta a fondamento dell’Euro e al progetto di integrazione dei Paesi che fanno parte dell’Unione Europea.

Ma c’è un punto che ci divide dall’analisi di Marco Onado secondo cui il sistema in fondo può essere modificato anche se con diverse difficoltà. A nostro avviso, invece va prima ribaltato nelle premesse e poi ricostruito su basi nuove. E il ribaltamento consiste nel riportare la finanza al suo ruolo naturale di “strumento” della crescita e della sviluppo economico entro regole certe e democraticamente stabilite. Attualmente si comporta come se fosse il “fine” degli interventi e delle operazioni mentre la persona umana e le società sono confinate a ruolo di “strumenti operativi”. Soltanto un ritorno ad un nuovo Umanesimo classico, cristiano e rinascimentale potrà realmente riprogettare con successo il mondo intero.

Ma questo è un altro discorso che merita ben altro spazio.

Una annotazione al margine. Mario Monti e Corrado Passera continuano a ripeterci che possiamo farcela ad uscire dalla crisi da soli. Alla luce di queste considerazioni, siamo convinti che non è possibile e che, anche se fosse possibile, non sarebbe opportuno perchè il costo da pagare sarebbe troppo alto oltre ad essere illogico mantenere intatto un sistema corrotto fino al midollo e noi Italiani, eroi in un modo marcio.

Assolutamente incompresibile, Presidente Monti.

 

Di Enzo Coniglio

Da ItaliaInformazioni dell’8/8/2012

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