L’omicidio del boss mafioso Giuseppe Dainotti commesso ieri a Palermo, conferma che certe attività dei clan non si sono mai spente, nè smorzate.
In tanti dicono “la mafia si è spostata al Nord, in Sicilia c’è troppa fame perchè stiano ancora qua. Ci possono essere quattro delinquenti, ma quelli grossi stanno nelle città coi soldi!”. C’è un fondo di verità, ma chi aveva qualche dubbio sulla totale assenza del malaffare, ieri se lo dev’essere tolto.
Questo omicidio, però, accade a ridosso di un importante evento, che da 25 anni riunisce migliaia di persone a Palermo, per sfilare nelle strade principali della città e per dire al mondo “noi non ci stiamo!”, per l’anniversario delle stragi che portarono via Falcone e Borsellino (con la loro scorta), gli eroi di cui tutto il Paese si riempie la bocca.
#PalermochiamaItalia è il titolo della manifestazione di quest’anno, proprio oggi, cui parteciperanno 70mila studenti da tutta Italia. Un susseguirsi di eventi: la cerimonia di apertura guidata dal Presidente Mattarella, la Nave della Legalità, la mostra fotografica dell’ANSA allo Spasimo, l’Aula bunker che diventa galleria d’Arte e che ospiterà le opere recuperate dai Carabinieri, i due tradizionali cortei che vedono protagoniste tutte le scuole della città. Tutto questo si può anche seguire su diversi programmi Rai.
Dainotti è stato ammazzato 24 ore prima di tutto questo. Un gesto plateale, come piace ai signori della mafia.
@vanessaseffer