Il tema dei “diritti inviolabili” delle persone è diventato un tema di “sinistra”? E il tema della “cultura” e delle possibilità economiche a queste connesse sono argomenti riservati alla sinistra? Perché il rifiuto del razzismo è solo patrimonio della sinistra?
Perché essere di destra in Italia – come dice Veneziani – significa essenzialmente guardare “all’Italia reale, l’Italia della tv e del calcio, spiritosa e piaciona, che ama la vita, le belle donne e l’intraprendenza”, all’Italia che si arrangia magari con le mazzette e l’evasione fiscale, tollerante verso chi ce la fa e intransigente verso chi non ce la fa, all’Italia che si interessa del nascituro “Royal Baby” e si scorda di tutti gli altri “baby” che non possono nascere, né crescere, né avere un futuro.
Soprattutto, perché essere di destra significa guardare con sospetto a Papa Francesco e a quello che sta facendo e dicendo a proposito della “essenzialità” e “frugalità” della Chiesa.
Eppure, una volta essere di destra voleva significare rigore, merito, ordine, onore, legalità, Patria, disciplina, discrezione, frugalità, sobrietà, insomma tutte quelle qualità liberali piccolo-borghesi da Hobbit, ma che hanno consentito di costruire una Nazione, di formare una cultura e di radicare un senso di appartenenza.
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Non credo che tutto questo possa essere affidato solo alla sinistra: su tali basi mi propongo di lavorare duramente, perchè tutto torni ad avere un senso.