Sicilia: Luigi Genovese, parla “Mister preferenze”

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Sicilia: Luigi Genovese, parla “Mister preferenze”È il 21enne più chiacchierato d’Italia, per via dei 17.359 voti che ha ottenuto alle elezioni regionali siciliane appena concluse e delle problematiche giudiziarie dei suoi familiari. Cerchiamo di conoscerlo un po’ di più, perché in pochi gli hanno concesso il beneficio del dubbio. Sono i figli che spesso pagano per fatti veri ma anche presunti che hanno coinvolto padri e madri. Gli do del tu, perché ho un figlio della stessa età, ma dovrei chiamarlo onorevole, non Luigino, usato non con affetto ma per ridimensionare al massimo la persona.

Come rispondi alle polemiche contro di te e tuo padre?

Risponderò nelle fasi successive, con i fatti. Adesso è scontato il mio pensiero. Le critiche erano personali, attacchi contro la mia famiglia che maggiormente si fondavano sull’insulto. Se ci fossero state critiche legate al mio operato, ma non ho neanche cominciato, o su una progettualità che voglio portare avanti, allora le avrei accettate con tutto me stesso. Anzi, avrei imparato da esse. Oggi, purtroppo, ho potuto solo imparare qualche insulto di cui ancora non ero a conoscenza.

Quali sono i punti salienti del tuo programma?

Mi piacerebbe riuscire a coinvolgere i giovani nella vita politica siciliana, quelli della mia generazione. Come? Per esempio con l’istituzione dei Consigli comunali dei giovani, come esistono nel Lazio. Mi piacerebbe portare questo format in Sicilia. Ma anche portare nel mondo dell’Assemblea regionale siciliana strumenti innovativi per velocizzare l’iter burocratico. A causa di tutti i passacarte, questo non succede. Ho tante idee e progetti, ma se vuoi sapere qual è la prima cosa che farò, sarà richiedere la presenza del question time, come alla Camera dei deputati. Perché, oggi, un deputato che decide di fare un’interrogazione parlamentare a un assessore non ha certezza di risposta, c’è un limite massimo di sei mesi per cui l’assessore può rispondere, ma è sua facoltà non un obbligo. Invece è importante che sia un obbligo.

Porterai dei coetanei con te all’Ars come tuoi collaboratori?

Assolutamente sì. Ci rinnoviamo a cominciare da questo.

Cosa pensi di dire ai tuoi coetanei siciliani che non sono interessati alla politica, cosa farai per loro?

Vorrei essere portavoce della mia generazione; quando ho scelto di candidarmi è stato questo che mi ha stimolato. Non ho avuto tutti con me ovviamente, ma una buona parte sì. Ma sono il rappresentante di tutti, non solo dei giovani della mia generazione. L’attenzione sarà massima nei confronti di chiunque.

Come ti sei preparato per un percorso così gravoso anche per un cinquantenne con una lunga esperienza alle spalle?

Sicuramente studiando, mi sono iscritto a Giurisprudenza, sono indietro di qualche esame, uno lo recupererò a dicembre. Quello che era legato al mondo della Pubblica amministrazione mi ha sempre appassionato di più rispetto al resto. Però l’esperienza deve farsi sul campo.

Rappresenti una grossa fetta dei votanti di questo anno, dovranno ascoltarti. Sei la quarta generazione di politici in famiglia: lo zio di tuo padre è stato più volte ministro, tuo nonno senatore diverse volte e tuo padre deputato nazionale due volte, una volta deputato regionale ed è stato sindaco di Messina. Si è sempre respirata la politica in casa tua. È complicato essere figlio di Francantonio Genovese?

È semplicissimo e devo dirti che è una grande soddisfazione. Naturalmente questo mi impone un impegno ancora più grande, il triplo che ci metterei se non fossi suo figlio, questo mi stimola molto a fare meglio che posso.

È giusto che le colpe dei padri debbano ricadere ed essere pagate dai figli?

È assolutamente scorretto. Hanno provato in tutti i modi a fare ricadere su di me delle colpe di mio padre che non sono neanche accertate, quindi so che è una cosa parecchio sgradevole.

Cos’è per te la politica?

È una cosa bella. Quando ho scelto di fare politica l’ho fatto perché mi piace lo spirito di servizio che è alla base, e mi piacerebbe che si cominciasse a parlare veramente di politica, quella in cui non ci deve essere un necessario scontro fra maggioranza e opposizione, e quella soprattutto in cui ci deve essere rispetto per le parti politiche, quelle per le persone. Cosa che oggi manca totalmente e io ne sono l’emblema nonché il più puntato dagli altri schieramenti.

Qual è lo schieramento che si è infervorato di più e ha usato le parole di cui mi hai parlato prima?

Il M5S nella figura del suo candidato, Cancelleri, ma anche di Corrao e di Grillo stesso. Tutti hanno denigrato, sicuramente perché imposto dall’alto, la mia persona. Io credo che Grillo che tanto si presenta come una persona onesta, non può permettersi di paragonarsi a me. Potrei dire che Grillo o suo figlio non possono più parlare di sicurezza stradale e incidenti, dato il noto fatto giudiziario che lo ha riguardato e che lo ha visto condannato in via definitiva. Penso anche all’attacco sui fondi europei e mi chiedo perché non dovrei parlarne, se oggi sono l’unica risorsa che la Regione Sicilia può ottenere in via diretta e soprattutto semplificata.

Come vedi Silvio Berlusconi?

Come una persona competente, un uomo che quando scende in campo è in grado di riuscire a far risollevare le sorti di un centrodestra che sembrava morto, invece gli ha ridato nuova linfa vitale, reclutando persone nuove, io tra questi.

Hai una vaga idea di quello che potrebbe essere dopo Berlusconi? Cosa speri?

Spero di poter costruire insieme a lui il dopo.

@vanessaseffer

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