Applicata la legge nei confronti di un amministrativo di 54 anni, che prestava servizio presso uno degli sportelli dove si paga il ticket al Policlinico Umberto I, il più grande ospedale di Roma. M.M. timbrava e se ne andava, in barba ai suoi colleghi che dovevano coprire il suo turno e alla faccia delle migliaia di persone che disperatamente cercano un lavoro da svolgere dignitosamente.
Segnalato al direttore, M.M. è stato immediatamente richiamato e pare che in quella occasione non abbia neppure cercato di discolparsi. Il caso è stato velocemente inviato all’istruttoria disciplinare della Procura della Repubblica e della Corte dei conti, che nel giro di poche settimane hanno rilevato il dolo e permesso al dg dell’Università di firmare il licenziamento.
Qui nessuno è stato promoveatur ut amoveatur perché ritenuto “scomodo”, quindi da allontanare con lo stratagemma di una promozione, per eliminare chi ha sollevato il caso della pessima condotta dell’impiegato. Perché il male da estirpare era l’uomo che ha ingannato i suoi colleghi e superiori, l’istituzione per cui avrebbe dovuto lavorare e i cittadini onesti.
Quindi risalta all’occhio la circostanza di una dirigenza del Policlinico Umberto I che funziona, efficiente, e certamente “libera”, perché non introdotta politicamente ma per merito. Solo in casi così, che paiono un’eccezione, si può pensare che tutto funzioni.
Dunque, chi sono i dirigenti dei nostri Enti pubblici? Che tipo di provenienza hanno e perché loro stanno lì e non altri, cosa li rende così speciali? Quali sono i metodi per scegliere un direttore generale, la dirigenza degli enti? Quanti corsi, scuole, propongono studi in base ai quali si può diventare dirigenti? Possibile che da luglio la Legge Madia sia stata applicata solo adesso per la prima volta e che il caso del Policlinico Umberto I, che applaudiamo da giorni sui media come se fosse una enormità e non la normalità, sia il primo da allora?
Ci viene da pensare ai casi eclatanti tipo Sanremo, in cui quel tizio corpulento che andava al Comune a timbrare in mutande o inviava la moglie, ripresa in pigiama, a timbrare per lui. Oppure il caso di Milazzo e tutti quei numerosissimi casi in giro per il Paese, compresa Roma, dove molti timbravano fino a 10 cartellini per parare le spalle ai colleghi.
Di chi è la colpa di tutto questo? Se la dirigenza non funziona non possiamo auspicare cambiamenti in una direzione virtuosa.
@vanessaseffer