Brindisi, medici aggrediti durante intervento in sala operatoria

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Solo i nervi saldi dei medici hanno impedito una tragedia e presto la polizia è intervenuta dopo che i parenti di un paziente si erano introdotti in sala operatoria pretendendo di parlare con il primario. La grande preoccupazione del Segretario generale della Cisl Medici del Lazio, Dott. Luciano Cifaldi che da tempo chiede provvedimenti delle Autorità competenti

 

A Brindisi, nella notte fra il 30 e il 31 gennaio, un gruppo di persone ha aggredito il medico di guardia dell’ospedale Perrino e poi non soddisfatti, pretendendo la presenza del primario in quel momento impegnato in un intervento chirurgico, in spregio ad ogni principio di sicurezza, si sono introdotti in sala operatoria pretendendo un consulto con il professionista per il loro parente ricoverato, fermando l’intervento e i chirurghi che stavano operando un aneurisma dell’aorta. Solo i nervi saldi dei medici hanno impedito una tragedia e presto la polizia è intervenuta grazie alla prontezza di una guardia giurata, ma poteva finire molto male. Non è un film dell’orrore, è la realtà ed è accaduto in casa nostra, né in estremo Oriente, in Africa o chissà dove ci piacerebbe immaginarlo.

Siamo veramente alla frutta se in una sala operatoria possono introdursi degli estranei, nel bel mezzo di un intervento chirurgico, mentre chiunque di noi può essere sotto i ferri e aspettiamocelo a questo punto, non solo di notte ma a tutte le ore, pensando di poter aggredire i medici e il personale sanitario a piacimento. Descriviamo brevemente il blocco operatorio di un ospedale, luogo di cui fanno parte le sale operatorie, dove vengono effettivamente svolti gli interventi chirurgici. Un posto che non si ferma mai, vero centro di accoglienza, come il Pronto Soccorso italiano. Questi luoghi devono essere appositamente sterilizzati, hanno una stanza adibita al lavaggio e alla vestizione dell’equipe chirurgica. Vicino c’è una zona filtro, la sala del risveglio dei pazienti e altri spazi che necessitano per tutto il tempo necessario di una cosa sola, serenità, la più assoluta pace e tranquillità per svolgere uno dei compiti più delicati che si possano pensare: salvare delle vite umane.

Proprio qui, in un luogo che possiamo definire sacro, anche se non si curano le anime, forse, ma i corpi, abbiamo avuto l’ennesima prova della nostra vulnerabilità, l’ennesimo riscontro della solitudine dei medici e del personale sanitario. Parole, chiacchiere e tabacchiere di legno, ma pur sempre parole al vento. Qui di risultati ancora non se ne vedono. Ed è così che il Segretario generale della Cisl Medici del Lazio, Dott. Luciano Cifaldi ha commentato ed evidenziato i fatti accaduti a Brindisi visibilmente sconcertato e preoccupato: “Da molto tempo come Cisl Medici Lazio ci occupiamo di aggressioni ai medici e agli altri operatori sanitari e, personalmente, considerati tutti gli approfondimenti sul tema, pensavo di avere registrato nella mia mente episodi estremamente variegati e diversamente pericolosi. Ma la notizia che giunge da Brindisi, dove è stata interrotta l’intera equipe di sala operatoria, ha qualcosa di incredibile e di sconvolgente al tempo stesso”. Il Segretario della Cisl Medici Roma Capitale/Rieti Benedetto Magliozzi ha continuato: “La più fervida delle fantasie non sarebbe mai riuscita a prevedere che si potesse giungere a questo punto di degrado. È accaduto qualcosa di inimmaginabile che rappresenta uno specchio del degrado che sta vivendo la nostra società”. Il Segretario Cifaldi ha poi così concluso: “Stiamo freschi” si direbbe a Roma, se pensassimo di risolvere questo fenomeno solo con la prevenzione e gli strumenti della formazione e della comunicazione, qui si tratta di intervenire duramente, concretamente e nell’immediato. Ribadisco un concetto da me già espresso: non chiediamo derive autoritarie, ma è urgente che le Autorità non abbandonino alla deriva noi medici e tutti gli altri operatori”.

@vanessaseffer

Da DailyCases

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