Peperoni gialli e verdi fritti

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Peperoni gialli e verdi frittiGiuro che non l’avevo mai sentita. Trent’ anni di lavoro a Roma, persa tra ottobrate e ponentino, monumenti spettacolari e tramonti mozzafiato. E poi la cucina, romana, giudea, internazionale, fusion, etnica, fast food e slow food, finger food e food cucinato coi feet.

Eppure quel “i peperoni no, mi si ripropongono” davvero non l’avevo mai sentito. E l’intuito femminile mi ha aiutato a capire subito che il mio commensale, l’uomo che aveva appena finito di cantare le lodi della mostra Ovidio, amori, miti e altre storie, forse non avrebbe avuto una seconda chance.

Ma la curiosità è vezzo molto femminile e tornata a casa in anticipo sulla tabella di marcia – benedetto il mal di testa – ho iniziato a cercare in Rete qualcosa che mi aiutasse a valutare nella tradizione etimologica e culturale romana il riproporsi del peperone, una sorta di “rieccolo” o “ridaje” da dedicare al politico che ritorna, una seconda chance per rinverdire quel “che prendi cara?” che riempie tanto la solitudine dei nostri caffè al bar.

Digita e ridigita mi imbatto finalmente nella purezza accademica del peperone che si ripropone. Ed ecco la definizione compiuta di quella spiacevole sensazione di gonfiore e nausea – addome meteorico direbbero i medici se non fossero sempre più occupati a difendersi da ogni sorta di aggressione, ma questa davvero è un’altra storia causata dall’aver mangiato il lucido e variopinto peperone, vanto della cucina romana e non solo. E allora la memoria corre ai segreti tramandati di nonna e madre in figlia, le nipoti si sa ormai cucinano poco, dove il suggerimento giusto per rendere digeribile l’indigeribile non sarebbe mai stato “e tu non mangiarli” ma si sarebbe concretizzato nella spellatura, nella rimozione della parte bianca e dei semi contenuti all’interno ed in una cottura più lunga.

Peperoni rossi, peperoni verdi o peperoni gialli? Per Giggino e per il Capitano non ho dubbi. Forse peperoni rossi per Nicola Zingaretti considerato che poche settimane fa la Regione Lazio, dopo 4 quattro anni di blocco – si legge in una nota della Coldiretti di Latina – ha dato il via libera alla ripresa della produzione del peperone nel sud della provincia di Latina, nella piana di Fondi, zona fondamentale per il settore ortofrutticolo nazionale.

In Italia si sa quasi tutto finisce in politica ed io, per non sottrarmi alla tentazione e per non fare la parte di chi vuole uscire fuori dal coro, non posso che citare il presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio che ha espresso la sua personale soddisfazione per il risultato raggiunto al termine di una lunga battaglia. E allora l’onorevole Giuseppe Simeone, peraltro persona cordiale e assai seria, in onore al simbolo del suo partito raddoppia il colore dei peperoni preferiti, impossessandosi sia del verde che del rosso. Per il bianco bisognerà accontentarsi del gusto culinario del suo presidente perennemente a dieta e, forse, ormai rigorosamente in bianco nelle cene eleganti.

Vabbè la pianto qui, la pianta di peperoni intendo, e anche questa nota e tralascio tutto quello che è ampiamente riportato nelle serre di internet e nelle tivù generaliste sui rapporti fra peperoni e cancro e sui tanti modi golosi di cucinare l’amata bacca utilizzata come gustosa e colorata verdura.

Mi resta un dubbio: il mio commensale si riproporrà?

@vanessaseffer

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