Un contributo per il governo nazionale

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L’attualità del diritto di resistenza di Giuseppe Dossetti.

Quale diritto e dovere del cittadino in caso di attacco ai diritti individuali riconosciuti dalla democrazia in modo del tutto pacifico e senza uso della violenza.

La proposta di Dossetti, in un primo tempo inserita nel progetto di Costituzione articolato nel 1946, non fu poi accolta nel testo definitivo per le difficoltà di precisare contenuti e modalità. fu comunque riconosciuta (tra gli altri dal costituzionalista Costantino Mortati, democristiano come Dossetti e membro della costituente) la connessione del diritto di resistenza con i principi della Carta costituzionale, in particolare quello della sovranità popolare (art.1) e quello del dovere di fedeltà dei cittadini alla Repubblica e alla Costituzione (art.54).

La proposta di una ribellione dal basso di fronte ad un potere che sempre più diventa consolidamenti di “status quo” (che è l’anticamera di ogni regime), si salda e si identifica con il diritto – dovere costituzionale di resistere. La ribellione, invero, è stata costituzionalizzata: un altro aspetto della nostra Costituzione non realizzata.

Ovviamente, si tratta di individuare come farla vivere, quali contenuti darle in una situazione in cui le istituzioni democratiche e la Costituzione sono formalmente indenni (ma votare con il porcellum è contro la Costituzione, come già affermato dalla Consulta nelle sentenze nn. 55 e 57).

L’obiettivo finale in questa fase (e trattasi di obiettivo intermedio) non può che essere il venir meno del tentato consenso popolare per il “montismo” perchè considerato “antiberlusconiano”. Non è facile. Non lo è “convertire” chi fino ad oggi ha creduto, soprattutto per disinformazione, all’inganno di Monti e del governo tecnico. Ancora più difficile è convincere coloro che condividono i “valori” di cui Monti e i suoi si fanno interpreti e garanti (fanno cioè l’ “endorsement” della utilità dei sacrifici imposti alle “persone” perchè bisogna pagare Goldman Sachs ecc. per i debiti contratti da una spesa pubblica incomprimibile). Quel che è certo è che in questo compito, la società civile ha un ruolo decisivo: di denuncia, ma anche di proposta di modelli alternativi. Ma quali?

Eccone alcuni:

RAFFORZARE I POTERI AL “GARANTE DEL CONTRIBUENTE” oggi poco più che una cassetta postale per protesti contro gli abusi del Fisco, domani vera “Autority” indipendente, nominata dai Presidenti delle Camere, con poteri diretti di intervento sugli atti impositivi e/o sulle procedure di esecuzione poste in essere dai vari esattori pubblici (leggi, Equitalia..).

Lo stesso potrebbe farsi costituendo un “GARANTE PER I DETENUTI” e un “GARANTE DEI DIRITTI DEI DISABILI”.

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